La sindrome feto-alcolica

La sindrome feto-alcolica è considerata la più grave conseguenza del consumo di alcol in gravidanza.
All'etanolo, infatti, è attribuito un effetto teratogeno, dunque capace di influenzare lo sviluppo embrionale e fetale.
L'alcol è in grado di attraversare la barriera placentare, quindi arriva al feto dopo pochi minuti, mantenendo una concentrazione ematica di poco inferiore a quella della madre. Il feto, essendo privo di enzimi adatti a metabolizzare l'alcol, subisce gli effetti dannosi dell'etanolo e dei suoi m.
La sindrome feto-alcolica è irreversibile, ma può essere evitata con l'assoluta astensione dagli alcolici durante la gravidanza
Il Disturbo dello Spettro Fetale Alcolico (FASD) comprende una serie di manifestazioni cliniche che possono comparire in soggetti che sono stati esposti all'alcol durante la gestazione della madre. Queste manifestazioni possono includere danni fisici, quali basso peso alla nascita, malformazioni, deficit mentali e comportamentali con variabile espressività e con conseguenze a lungo termine. Il FASD comporta uno spettro di diverse disabilità, con danni primari e danni secondari. Tra i danni primari vengono compresi le alterazioni mentali, quali: danni cognitivi con difficoltà di apprendimento, memoria, difficoltà di linguaggio e comprensione, incapacità di giudizio, compulsività e conseguente disadattamento in ambito sociale. Questi disturbi compaiono generalmente durante l'infanzia o adolescenza e spesso non vengono identificati come conseguenza dell'esposizione all'alcol.
Come danni secondari vengono considerati quelli che compaiono nel corso della vita, quali: problemi scolastici, problemi familiari, disoccupazione, comportamenti sessuali alterati, dipendenza da sostanze psicoattive, problemi giudiziari, aumentata morbilità e mortalità. La possibilità che il nascituro possa avere dei danni, e l'entità di essi, è in relazione alla quantità di alcol consumata, al tipo di consumo materno, al periodo della gravidanza e all'interazione con altri fattori di rischio (uso di tabacco, droghe, stile di vita, fattori genetici ecc.). Il FASD non è definibile come diagnosi, ma piuttosto un termine dove possono rientrare diverse categorie diagnostiche usate negli anni per indicare i vari danni legati all'esposizione prenatale all'alcol.
Ricorda:
sebbene la società lo demonizzi meno delle altre sostanze, anche l'alcol può portare alla dipendenza e distruggere completamente la tua vita, senza quasi tu te ne accorga.
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Firenze, overdose di eroina muore donna di 44 anni

Il nostro post sull’eroina in bottiglia che si vendeva in farmacia fino a inizio Novecento ha ricevuto alcuni commenti inquietanti quanto irresponsabili.
Potete leggerlo qui >> https://www.ceart.it/2021/12/05/storia-delle-sostanze-stupefacenti-capitolo-1-leroina/ e sulla nostra pagina Facebook.
Di seguito un articolo odierno, non degli anni Settanta, che dimostra che di eroina si muore ancora oggi.
https://firenze.repubblica.it/cronaca/2022/01/05/news/firenze_overdose_eroina_donna_morta-332719487/amp/?fbclid=IwAR0iNR-6nAPUWo3CpeEAwuQOkxVmedLUDLqyRT5M1gd6WB36P7RO3_LJCuM
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L’angelo azzurro e il passerotto dipendente

“La servii, pur senza mai capire il suo spaventoso bisogno d'amore. Lei mi stimava; forse anche mi amava. Anche se credo che potesse amare soltanto gli uomini.
L'amicizia era un sentimento vago, la cui ombra persisteva a volte nel suo spirito e nel suo cuore. Non aveva mai avuto il tempo di dedicarcisi."
Nella sua autobiografia MARLENE D. - 1984 di Marlene Dietrich racconta così il suo legame con la Piaf.
Una celebre foto di Nick de Morgoli, che ritrae Marlene Dietrich in ginocchio, intenta a sistemare le scarpe di Edith Piaf, nel giorno del suo matrimonio. Quello tra la due dive fu un amore mai corrisposto, dove la Dietrich seguì la voce della Vie en Rose in tutto, nonostante quest’ultima non la considerasse affatto in tal senso, restandole accanto e supportandola in tutto. Poi accadde qualcosa che sembrò insormontabile anche alla Divina.
"Quando prese a drogarsi, cessai di esserle fedele. Era più di quanto potessi sopportare. Conoscevo i miei limiti, pur comprendendo il suo bisogno di drogarsi.
Ma comprendere non significa sempre approvare.
Che potevo fare? Nonostante tutti i miei sforzi per aiutarla, incappavo contro quel muro inamovibile che è la droga. Ero disperata.”
Allo stremo delle forze, la scelta della Dietrich fu obbligata.
"Abbandonai Edith Piaf come una bambina perduta, che si rimpiangerà sempre, che porterò sempre nel profondo del cuore.”
Prima di rinunciare alle persone che ami o di essere la persona a cui gli altri devono rinunciare, fai la scelta giusta, rivolgiti a chi può aiutarti concretamente.
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