La sindrome di Hikikomori

La sindrome di Hikikomori, termine coniato in Giappone per indicare una forma di reclusione volontaria a casa propria, è legata ai progressi nelle tecnologie digitali e di comunicazione, che offrendo alternative all’interazione sociale di persona aumentano la diffusione del disturbo, rendendolo un problema sociale e globale ancora più rilevante.
Sempre più giovani scelgono di isolarsi dal mondo: in Italia si stimano almeno tra i 120 e i 150 mila casi. Al 70%, sono maschi tra i 11 e i 30 anni. Ragazzi.
La dipendenza da internet è la causa soprattutto nei ragazzi tra gli 11 e i 16 anni. Un fenomeno che sta pericolosamente prendendo piede in Italia, dove 240mila ragazzini e adolescenti passano in media più di 3 ore al giorno davanti al pc.i I ragazzi affetti da questa sindrome sono costantemente davanti al monitor, dal momento in cui escono da scuola fino a sera tarda, per un totale di 10-12 ore giornaliere.
Trovi somiglianze con il comportamento di persone che conosci?
Ecco gli aspetti chiave per individuare i casi di Hikikomori:
a) marcato isolamento sociale nella propria casa;
b) durata di isolamento sociale continuo di almeno 6 mesi;
c) significativa compromissione funzionale o disagio associato all’isolamento sociale
Molti sono soddisfatti del loro ritiro sociale, soprattutto nella prima fase del disturbo, perché gli permette di non sperimentare vissuti dolorosi al di fuori di casa propria.
Con il tempo, si inizia a percepire il disagio del ritiro sociale e il morso della solitudine.
È una condizione specifica, complessa da identificare e che può portare ad altre patologie. Normalmente gli hikikomori non pensano di avere un problema, ritengono invece che la società sia il problema, per cui decidono di estraniarsi.
I genitori sono i primi ad avere bisogno di supporto.
Non sempre serve una sostanza per dichiarare una dipendenza, come in questo caso.
Se ti sembra di riconoscerti, o riconosci questo comportamento in un tuo amico o familiare, chiamaci.

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